cuccioli

Tutti gli animali

La zooantropologia è quella disciplina che studia il rapporto relazionale fra l’uomo e gli altri animali. Personalmente, credo che io, da bambina, avrei potuto essere un valido motivo di studio. In casa mia hanno pensato più di una volta di farmi visitare da “uno bravo”, di questo sono sicurissima, e prendo ancora in giro mia mamma per questo. Credo non aver mai pensato di poter vivere senza uno stretto contatto con tutti gli altri esseri viventi, ho sempre sentito la prepotente esigenza di avere con loro un rapporto quotidiano e costante, la loro presenza mi è sempre stata necessaria, anzi, essenziale. 
Da piccola ero una bambina timida nei confronti degli adulti e piuttosto introversa, non ho mai amato giocare con oggetti inanimati o mimare il comportamento dei grandi facendo finta di allattare, vestire e curare un bambolotto di plastica. E dire che le altre bambine sembravano molto affascinate da questo, passavano ore a preparare tegamini con intrugli di ogni genere per far mangiare bambole in pigiama profumate e pettinate con cura. Ecco, io ci ho provato, giuro che ci ho provato tante volte, ma non mi divertivo a farlo, mi sentivo estranea a queste finzioni e mentre cantavo la ninna nanna ad un pezzo di plastica mi sentivo ridicola. Spesso scappavo nel bel mezzo dei giochi, lasciando le altre bimbe stupite nel non trovarmi più lì a recitare la mia parte. Mentre correvo via con la bambola penzoloni, sentivo le loro voci chiamarmi da lontano e so bene che mi hanno preso per matta, anche per le loro mamme ero una bimba “strana”. 
Ed era sicuramente vero, credo proprio che fossero loro ad essere normali, non certo io che preoccupavo genitori e nonni perché sparivo a pomeriggi interi per andare nei boschi con Franco, il mio amico di un anno più grande di me.
Camminavamo per ore alla ricerca di avventure e di animali. L’odore del bosco era l’odore di casa ed ogni bosco aveva il suo particolare odore, i suoi profumi. Le tracce del passaggio degli animali selvatici ci incuriosivano, l’erba battuta o il terreno smosso a formare viottoli ci faceva capire dove, la notte prima, erano passati cervi o caprioli, ma l’emozione di vederne sfrecciare uno di fronte a noi mentre scendeva a rotta di collo da un grotto per risalire dall’altra parte su per un crinale e infilarsi nella vegetazione, non può essere esternata. E’ un attimo, un tuffo al cuore improvviso, è la bocca spalancata nello stupore di fronte a qualcosa di selvaggio e meraviglioso che ti appare agli occhi e che, nella tua mente, fissa ricordi indelebili. Scorgere un gatto selvatico che incrocia il tuo sguardo e scompare con la stessa velocità del fulmine, ti fa comprendere quanto di raro e bello hai avuto l’onore di poter osservare anche per un solo istante e realizzare che, probabilmente, non ci sarà una seconda occasione. I profondi solchi nel terreno e le radici esposte all’aria ci rivelavano la presenza costante dei cinghiali. Bastava il secco rumore di un ramo spezzato o un fruscìo proveniente dal folto dei rami di un grosso albero o cespuglio, per farci sobbalzare e immaginare chi sa quale fiera fosse in agguato pronta a ghermirci, ma questo non ci faceva desistere dall’idea di andare a ficcare il naso in ogni dove e spesso mi beccavo qualche morso infilando la mano in un nido di ghiri o da qualche verdissimo ramarro che, non so come, riuscivo a catturare per osservarlo da vicino.
Finire con i piedi a mollo nel fiume era all’ordine del giorno, d’altra parte come si fa a non bagnarsi quando si devono rincorrere rane e bisce d’acqua saltando di sasso in sasso lungo un torrente? I grossi sassi che affiorano dall’acqua dànno un’idea di estrema solidità e sicurezza, l’ideale per poggiarci i piedi saltellando da uno all’altro per raggiungere l’obiettivo e, in genere, è anche vero, la maggior parte dei sassi è esattamente così, ma per esperienza personale è altrettanto certo che, lungo il percorso, ne trovi sempre uno pronto a smentire la teoria: c’è sempre il sasso “traditore”, quello che appena ci carichi tutto il tuo peso vacilla e il borraccino che ne ricopre la parte più umida completa l’opera, preparandoti all’immersione. Eh sì, preparandoti, purtroppo, perché non caschi subito, prima esegui tutta una serie di contorsioni e acrobazie volte a rimanere in equilibrio, degne del più abile artista circense. Per il tuo amico non c’è niente di più esilarante del vederti cadere in acqua e anche per la rana che stavi rincorrendo la soddisfazione è sicuramente grande.
Ecco, questo è stato il periodo più bello della mia vita, forse non lo è stato per mamma e per nonna che ogni giorno dovevano ripulirmi, asciugarmi e sopportare quella bimba un po’ “strana”. 
Ma quella bimba si è divertita tanto e tutti i giorni ringrazia Dio per aver potuto vivere quelle esperienze in un contesto fantastico, perché nella relazione con gli animali ci si sente liberi di esprimersi, si impara il rispetto e, cosa fondamentale, non si giudica e non ci sentiamo giudicati. 
Questa è l’essenza della vita. È così che dovrebbe vivere ogni bambino … altro che bambole!
Gianna Bizzarri Venturi

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